Giornata Internazionale della Donna 2022

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In occasione della Giornata Internazionale della Donna, questo 8 marzo 2022 il Circolo Culturale “Amici del Museo” APS vuole ricordare due donne di Renazzo, due “matriarche” della carità.

Maria Gallerani e Mariella Balboni, entrambe sono nate e vissute sempre a Renazzo. Il loro è stato un servizio che ruotava intorno alla vita parrocchiale, in un periodo storico in cui la parrocchia, specie in contesti rurali, rappresentava una delle poche strutture sociali vicina ai bisogni della gente. Maria stava nella parrocchia per “educare alla vita”, Mariella per “abbracciare il mondo”. Due sensibilità, due talenti diversi, con una distanza generazionale (Maria del 1896, Mariella del 1944), accomunati da una fede solida, sostenuta dalla preghiera e dalle opere. Così muoiono i “Patriarchi” ebbe a dire nella cerimonia funebre il Parroco Don Ivo. Così vivono le “Matriarche” nel cuore e nel ricordo dei renazzesi e di quanti ne hanno apprezzato le virtù.

 

Maria Gallerani (22 luglio 1896 – 9 ottobre 1982)

Maria Gallerani, conosciuta in paese con il soprannome di Maria ad Pisèta (scucmaj frequenti in una società contadina), è stata una donna che ha donato l’intera sua vita, umile e povera, al servizio dei piccoli della sua parrocchia. Era sostenuta da una solida fede che l’ha portata ad entrare nella Congregazione secolare delle Orsoline, figlie di S. Angela Merici, all’età di 26 anni. Da allora, in piena e convinta obbedienza ai parroci che si sono succeduti a Renazzo, don Domenico Gallerani (dal 1914 al 1935), don Leopoldo Bonetti (dal 1936 al 1957), don Niso Albertazzi (dal 1957 al 1973) e don Ivo Cevenini (dal 1974 sino al giorno del trapasso il 9 ottobre del 1982), ha svolto quanto a lei veniva richiesto a conforto dei bisognosi e a sostegno dell’educazione dei bambini e delle bambine.
Era educatrice per vocazione: a 15 anni già insegnava catechismo in parrocchia e, a partire dal 1926, realizzava, in piccolo, quella che oggi chiameremmo “scuola materna”. Accoglieva, in una casa resa disponibile alla parrocchia, bambini del vicinato, crescendoli nell’apprendimento, nella relazione, nel gioco, nel canto, nella preghiera. Nel tempo il numero dei bambini aumentava e anche gli spazi d’accoglienza cambiavano. La sua stessa casa, dove abitava coi genitori, finiva per esser sempre piena di fanciulli ed anche di ragazze, soprattutto nei mesi freddi, perché c’erano le ore di dottrina, di canto e, nel mese di maggio, di Rosario da condurre.
Nel 1956 fu inaugurato l’asilo Sant’Angela Merici nella zona nord di Renazzo, verso Dodici Morelli, e Maria, per obbedienza ai superiori divenne la direttrice di quella scuola dell’infanzia e anche doposcuola che finirà per accogliere centinaia e centinaia di bambine e bambini in un’opera educativa di straordinaria importanza e spessore. Coadiuvata da Ada Gallerani, anche lei figlia di S. Angela Merici, e da altre insegnanti laiche, quell’asilo diventò la sua casa e in essa ha speso tutte le sue energie, il suo spirito sempre umile e attento, la sua bontà, la sua infinita pazienza e disponibilità, seppur tormentata spesso da un’instabile salute.
Nel 1978 Don Ivo le ha conferito il Premio Bontà Renazzo.
Maria si è spenta il 9 ottobre 1982, all’età di 86 anni. Da parte dei renazzesi che l’hanno conosciuta unanimi sono state le espressioni di ammirazione, stima e venerazione.
Sulla sua figura e testimonianza è presente presso la Parrocchia di Renazzo un libro dal titolo: Maria Gallerani. Una vita donata, pubblicato nel 1993. Esso contiene anche le pagine di un pregevole memoriale da lei scritto nel 1974.

Maria Gallerani con i bambini dell’asilo

 

Mariella Balboni (12 maggio 1944 – 24 novembre 2017)

Mariella Balboni è stata la donna che ha dato tutta se stessa per alleviare le sofferenze e le necessità dei bisognosi; era la donna della carità sempre disponibile ad ogni ora verso tutti, senza distinzioni di lingua, di etnia, di religione. Pienamente inserita nell’ambiente parrocchiale, ha iniziato presto a contribuire alle iniziative che vi si svolgevano.
A Renazzo è diventata un punto di riferimento per le donne di Azione Cattolica, per quelle di S. Antonio, di Santa Caterina, della cucina, dei mercatini. Ha aperto la prospettiva dell’aiuto a 360 gradi: per le missioni di Suor Gualberta in Kenia, per quelle diocesane in Tanzania, per quelle delle Suore Serve di Maria di Galeazza in Brasile, Corea, Indonesia.
I renazzesi e molte altre persone la conoscevano come la responsabile della Caritas, una responsabilità che per tanti anni, soprattutto dopo il pensionamento (era segretaria d’azienda in una ditta locale), ha portato sulle sue spalle, nella testa, nelle braccia e nel cuore, sempre pronta ad aperture progettuali (“Progetto Fresco” – “Progetto Secco”) e a collaborazioni con Enti e Associazioni per ampliare le risposte al numero crescente di persone che cercavano aiuto.
Come ha sottolineato Lilia Luppi, sua amica d’infanzia, nelle parole pronunciate al suo funerale, Mariella nell’aiutare esprimeva il massimo della felicità, ma nello stesso tempo si esponeva alla critica di chi non era mai contento di ciò che riceveva. “Mariella davanti a certi comportamenti che lasciavano perplessi diceva: i poveri spesso non sono poveri solo materialmente, ma lo sono anche interiormente ed è qui che un vero cristiano deve dimostrare di saper mettere in pratica il Vangelo: dobbiamo comportarci da fratelli e sorelle verso chi ha bisogno non solo di cibo e vestiti, ma anche di comprensione, di consigli, insomma di un aiuto che investa la persona nella sua interezza”.
I collaboratori che volontariamente con Lei hanno condiviso tempo ed iniziative all’unisono riconoscono in Mariella la guida che sempre li ha stimolati a ricercare uno spirito fraterno nei confronti dei bisognosi, usando rispetto, pazienza e comprensione reciproca.
La sua rimane una figura luminosa, punto di riferimento fondamentale e indispensabile per continuare quanto da lei intrapreso nell’aiuto ai poveri.

Mariella Balboni al banco alimentare
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